Fanzine, una pubblicazione davvero indipendente

Sniffin Glue (UK, 1976-77)

Cominciamo con il termine, FANZINE (FANatic + magaZINE) coniato attorno al 1940 dai creatori stessi delle prime fanzine a tema fantascientifico e sono chiari fin da subito sia i punti in comune tra magazine e fanzine che le differenze.
La fanzine non ha scopo di lucro, o almeno la vendita non è il focus degli “zinster” (i volontari che si adoperano per realizzare, stampare e diffondere le pubblicazioni). Questo primo aspetto è fondamentale, infatti consente ai creatori di fanzine di essere liberi di inserire nei propri progetti i contenuti più vari concentrandosi su temi inusuali o spesso vietati dalla censura (ad esempio i temi legati al sesso o l’identità di genere che erano spesso censurati nell’editoria mainstream e comunque sempre attentamente filtrati). 
Lo scopo principale per chi realizza fanzine è diffondere dei contenuti che si amano sinceramente e che si ritiene importante condividere con altri, in particolare con gli altri fan. Di fatto fanzine come Sniffin Glue (UK, 1976-77), divennero dei veri e propri collanti comunitari, attorno ai quali gli amanti del punk britannico si riunivano per leggere e saperne di più, scambiandosi notizie di primissima mano (spesso chi scriveva suonava in una band, andava ai concerti e poteva condividere informazioni preziose e interessanti).
La pubblicazione non ha inserzionisti a cui deve rendere conto, non raccoglie denaro tramite la pubblicità, quindi la redazione ha la massima autorità e la massima libertà sulla fanzine.
Un’altra caratteristica fondamentale è la semplicità di realizzazione, infatti spesso si adottano soluzioni cartotecniche e di rilegatura basiche (punto metallico), segnature in quartini, dimensioni standard come A5 o A4. Chiaramente questo aspetto si spiega con la necessità di rendere la pubblicazione economica, sia in termini di produzione che di vendita e offerta al pubblico.
Le fanzine sono spesso stampate in poche copie e soprattutto distribuite “a macchia di Leopardo” in pochi bookstore che distribuiscano libri d’artista in giro per il mondo come Printed Matter, (N.Y.) oppure Motto, (Berlino), tanto per citarne solo alcuni. Chiaramente queste caratteristiche hanno fatto sì che molte fanzine siano rimaste letteralmente nascoste e sommerse dal fiume di pubblicazioni regolari e mainstream (le riviste) perché magari sono state diffuse in luoghi estremamente periferici o sono andate col tempo distrutte o perdute. 
Gli autori di fanzine si trovano in un’unica posizione, infatti possono essere sia autori che editori, photo-editor e grafici, lettori e contributor allo stesso tempo, le “redazioni” di una fanzine sono estremamente flessibili e permeabili, dal momento che si basano sul volontariato, nascono, si trasformano e muoiono nell’arco di pochissimo tempo. Le fanzine nascono come pubblicazioni amatoriali, ma i loro creatori hanno generato contenuti culturali di alto livello rispettando l’etica del Do It Yourself, e partecipando alla costruzione della cultura pop con un approccio Bottom-Up, che dal basso ha contribuito a rinnovare in modo creativo l’editoria mainstream. 
Il giornalismo musicale ad esempio nasce nelle fanzine, in quanto il rock, (per non parlare del punk), non era preso molto sul serio negli anni in cui si manifestò nel panorama musicale, solo i fan potevano scriverne perché a nessun altro, in particolare I giornalisti professionisti, interessava perdere tempo.
L’impostazione grafica, che doveva tener conto delle limitate possibilità tecniche (metodi di stampa veloci ed economici come la fotocopiatrice), ha con il tempo influenzato la produzione di riviste in particolare a partire dagli anni Ottanta; molte fanzine di successo come “Rolling Stone” (USA, 1967), “I-D” (UK, 1980) ad esempio, sono diventate riviste mainstream, così influenti da condizionare la produzione editoriale dei rispettivi settori negli anni successivi alle prime uscite. Forti della loro originalità per i contenuti selezionati e i layout anticonvenzionali, hanno potuto sperimentare in modo rivoluzionario e diventare successivamente “tradizione”.
Per fare degli approfondimenti interessanti e avere un’idea più precisa di cosa siano le fanzine, Fanzines: The DIY Revolution di Teal Triggs, Chronicle Books 2010, un volume ricchissimo di immagini storiche di pubblicazioni amatoriali dagli anni Trenta ad oggi che racconta come per più di 60 anni, la fanzine sia stata una delle forme più significative di autoespressione e il precursore della mania dei blog. 

Fanzines: The DIY Revolution, di Teal Triggs – Chronicle Books, 2010
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