Luce come essenza visiva

© Luca Lupi, Landscape Tokyo#5, 2016. Courtesy dell’autore

Angela Madesani – Il nostro è il tempo del troppo, delle troppe immagini che non informano ma che, piuttosto, cancellano. Guardando il sito di Luca Lupi e conoscendo il suo lavoro è evidente il suo modus operandi, il suo procedere per serie. La sua è una modalità affascinante, che va in profondità in un tempo come quello in cui viviamo, in cui molto è superficiale, apparente. Gli abbiamo chiesto di parlarcene.

Luca Lupi – Lavorare per serie mi dà la possibilità di affrontare i lavori in maniera più approfondita e completa. “La verità è nel profondo”, diceva Democrito. In  questo cerco di trovare il modo che mi permetta di indagare una realtà che spesso si ferma solo all’apparenza. Le mie indagini visive sono iniziate sul paesaggio con i progetti Landscapes e in modo speculare Finis terrae e attraverso il tempo con i Trittici e i Dittici per poi arrivare all’essenza stessa della fotografia, la luce, col progetto Esposizione e attualmente con A fuoco e Spaziotempo.

A.M. – Vuoi parlarci della tua formazione?

L.L. – Fin da piccolo ho frequentato lo studio fotografico di mio zio dove è iniziato il mio interesse per la fotografia. Dopo gli studi superiori, ho approfondito la mia passione frequentando dei corsi di fotografia a Firenze. Ho così iniziato a collaborare con il Ministero per i Beni culturali, l’Opificio delle Pietre Dure per la riproduzione di opere d’arte e la diagnostica artistica. Successivamente ho lavorato con la facoltà di Architettura di Firenze per varie pubblicazioni editoriali inerenti ricerche in Siria e Marocco. Parallelamente all’attività professionale ho iniziato a dedicarmi a progetti di ricerca personale. Nel 2014 sono stato selezionato a Parigi per il premio Festival della giovane fotografia europea Circulation(s) dove ho esposto il progetto Landscapes. Ho quindi avviato una collaborazione con una galleria di Arles in Francia, con cui tutt’ora lavoro, e successivamente, in Italia, con Cardelli & Fontana. Gradualmente ho abbandonato il lavoro su commissione per dedicarmi a progetti artistici.


© Luca Lupi, Finis terrae Spiagge bianche, 2017. Courtesy dell’autore
© Luca Lupi, Finis terrae Marina di Grosseto#1, 2019. Courtesy dell’autore

A.M. – Ho visto per la prima volta il tuo lavoro alle fiere dell’arte, alla Galleria Passaggi di Pisa e da Cardelli & Fontana di Sarzana. Lavoravi soprattutto sul paesaggio. Sono rimasta colpita da Finis terrae (2016-2018).

L.L. – Quel lavoro è stato esposto per la prima volta nel 2017 alla Galleria Passaggi di Pisa, qui va un affettuoso ricordo alla gallerista Silvana Vassallo. Il progetto Finis terrae indaga il limite dove termina la terra prima di lasciare spazio al mare. Il limite crea sempre tensione visiva è qui che si disvela una realtà che acquisisce attraverso la fotografia un potere di strumento antropologico.

A.M. – Sempre in quell’ambito avevi lavorato sui Landscapes è una ricerca in cui ha un peso portante anche il tempo, come sempre nel tuo lavoro. Mi affascina la ripetizione dei soggetti colti con pochi secondi di differenza (Trittico).

L.L. – Il progetto, Landscapes, consiste in una serie di fotografie realizzate dal mare che raffigurano ampie zone della costa.
Viste nel loro insieme le immagini suggeriscono una visione continua, come un unico paesaggio esteso, solo apparentemente reale, le riprese fotografiche infatti non sono consecutive ma distanti tra loro e diverse come luoghi e soggetti: muri, alberi, città, boschi, spiagge, zone industriali. Tutte, però, sono collegate dalla stessa altezza dell’orizzonte e dallo stesso punto di vista frontale. Le immagini risultano “modulari”, in quanto potrebbero essere spostate e riorganizzate in diverse sequenze visive per formare infiniti paesaggi. Si possono in tal modo ottenere costruzioni e architetture immaginarie di luoghi reali, dove spazio e tempo creano nuovi orizzonti e dunque nuove visioni. È come vedere il mondo in cui viviamo da una certa distanza e da un punto di vista inconsueto per coglierne l’essenza.

© Luca Lupi, Landscape VI, 2012. Courtesy dell’autore

I Trittici nascono come uno studio di cosa può cambiare e accadere da un determinato punto di vista. La fotocamera lasciata ferma nella medesima inquadratura documenta e fissa in tre tempi diversi più o meno brevi, un minuto, un giorno, il cambiamento. Dalla finestra aperta dello studio ho inquadrato una parte di cielo acquisendo tre immagini una a mezzogiorno, una a mezzanotte e l’altra a mezzogiorno del giorno successivo. Oppure una vista del mare da una scogliera, tre fotografie nell’arco di tempo di un minuto. Una sperimentazione su ciò che accade e sulla percezione del tempo.

© Luca Lupi,Trittico, Un giorno, 2011 (12 luglio, 12.00 am – 12.00 pm – 13 luglio, 12.00 am). Collezione privata
© Luca Lupi, Trittico,Un minuto, 7_10_2011 (11.19.00 am -11.19.30 am -11.20.00 am). Courtesy dell’autore

A.M. – Dal 2019 lavori a Esposizioni, una ricerca linguistica in cui ti poni il problema della luce prima naturale e quindi laboratoriale. Una ricerca assai raffinata che abbiamo anche esposto insieme nella mostra When space becomes a place for action and thought, alla 10 A.M. Gallery nel 2022.

L.L. – Il progetto inizia nella primavera del 2020, nell’impossibilità di potermi muovere per fotografare, a causa delle restrizioni della pandemia, inizio a lavorare su un progetto di fotografia sperimentale. Mi sono chiesto: utilizzando una fotocamera possiamo fotografare un soggetto illuminato dalla luce, ma è possibile utilizzare la luce per realizzare direttamente un’immagine che ancora non esiste ma si riesce solo a intuire nella mente come un’idea, un pensiero. Ho iniziato quindi a lavorare a un progetto in cui la fotografia viene ridotta al suo elemento più essenziale e variabile: la reazione di una data superficie quando viene esposta alla luce.
Liberata dal suo ruolo di riproduzione, la fotografia realizzata con mezzi alternativi, senza l’utilizzo di fotocamera, si trasforma in un mezzo di produzione diretta di immagini, come Moholy-Nagy dichiara nel suo testo Produzione – Riproduzione.

© Luca Lupi. Esposizione LXVIII, 2021, esposizione di 3 ore. Courtesy Cardelli & Fontana
© Luca Lupi. Esposizione LXXXVIII, 2022 luce su carta, esposizione di 18 ore. Courtesy dell’autore
© Luca Lupi, Lightscape 1, 2023, luce inchiostro magenta e grigio su carta hahnemule photo bright white, esposizione di 38 ore. Courtesy Cardelli & Fontana

A.M. – E quindi i Dittici (2019)…

L.L. – Nei dittici si aggiunge un’ulteriore dimensione, il tempo, stessi luoghi fotografati in momenti successivi, dove possiamo cogliere il cambiamento del paesaggio e quindi la presenza dello stesso tempo.
Mi sono chiesto: possiamo pensare al tempo come alla misura del cambiamento? Forse per capire il mondo, esso non va visto nel suo essere ma nel suo divenire. Per questo ho iniziato una serie di fotografie che descrive come il paesaggio cambia nel tempo. Il progetto Dittici è stato realizzato fotografando lo stesso punto di paesaggio in periodi diversi, registrando i cambiamenti climatici, la presenza umana e l’intervento dell’uomo sul territorio.

© Luca Lupi, Dittico 2, 42°42’29’’N 10°59’11’’E, 23 giugno 2019 – 08 ottobre 2019. Courtesy dell’autore

Luca Lupi (1970). I suoi lavori sono stati esposti in Italia e all’estero presso Galleria Cardelli & Fontana, Sarzana (Italia), Benrubi Gallery, New York (USA), 10 A.M. Art, Milano (Italia), Passaggi, Pisa (Italia), Anne Clergue Galerie, Arles (Francia), Consulate General of Italy, New York (USA), Emon Photo Gallery, Tokyo (Giappone), Traversees d’Europe, Jardin du Luxembourg, Parigi (Francia), RATP invite, esposizione in 12 stazioni della metro di Parigi.

Suoi progetti hanno vinto i premi CIRCULATION(S) Festival de la June Photographie Europeenne (2014); Italy in a frame, Triennale di Milano (2016); Premio per le arti contemporanee Francesco Fabbri (2022).

Il sito di Luca Lupi

Landscapes, RATP invite, metro di Parigi, 2014
Landscapes, Emon Photo Gallery, Tokyo, 2016
Esposizione, Cardelli & Fontana, 2021. Courtesy Cardelli & Fontana
When space becomes a place for action and thought, 10 A.M ART, Milano. Courtesy 10 A.M. ART, 2022